Da visitare : Arquà Petrarca

ARQUÀ PETRARCA

Borgo-di-Arquà-Petrarca

Arquà Petrarca
Se tu la vedessi,
non vorresti più allontanartene

Il borgo di Arquà Petrarca, incastonato tra le pendici del Monte Castello e del Monte Ventolone, racchiude nei suoi scorci l’integrità e la suggestione di tempi antichi. Percorrendo le stesse strade di Francesco Petrarca, l’illustre poeta che visse qui gli ultimi anni della sua vita (fino al 1374), scopriremo un luogo magico, immerso nel silenzio rotto solo dall’eco dei nostri passi sull’acciottolato.

Arquà-Petrarca,-Particolare
Partiamo dal parcheggio di via Fontana ed imbocchiamo il sentiero pedonale che dal parcheggio sale tra alberi di giuggiole ed ulivi arriva sotto all’arco dell’ex Osteria del Guerriero. Attraversiamolo e scorgiamo alla nostra destra la bellezza architettonica di Palazzo Contarini mentre il cuore della parte bassa della cittadina si apre a sinistra in Piazza Petrarca con la suggestiva Chiesa di Santa Maria Assunta, costruita in stile romanico poco dopo l’anno mille, con all’interno affreschi di scuola veneto-bizantina. In questa particolare piazza-sagrato è posta la tomba di Francesco Petrarca, che nel corso dei secoli ha conosciuto furti, spostamenti e profanazioni.

Chiesa-Arquà-Petrarca

Costruita in marmo rosso di Verona, l’arca custodisce le ossa del poeta, collocate in una nuova teca nel 2004 dopo un attento studio e la scoperta che il cranio ritrovato non apparteneva interamente al Petrarca ma ad una donna vissuta attorno al 1200. Chi e perché abbia rimosso il cranio resta ancora un giallo irrisolto, anche se alcune ipotesi collocano la perdita di parte del cranio nel 1873, quando l’antropologo Canestrini ne fece un calco in gesso, ritrovato a Padova qualche anno fa. Il sagrato attorno al sepolcro si conferma il palcoscenico ideale per manifestazioni teatrali e musicali. Si offre anche come un’ottima terrazza panoramica dove poter vedere la caratteristica sagoma del Monte Ricco che troneggia sulle “valli di Arquà”, in cui la terra assume un caratteristico colore nero, dovuto alle bonifiche avvenute sul territorio, fortemente volute anche da Francesco Petrarca, che nel 1373 sollecitava i Carrara a rendere coltivabili le terre paludose che circondavano la cittadina. La particolare morfologia del territorio ha permesso a questo antico borgo di sviluppare una lunga tradizione agricola che ci regala ancora oggi dei prodotti davvero unici. Le Botteghe Tipiche del centro storico vi invitano a degustare il vino e l’olio di Arquà, il pregiato Brodo di Giuggiole ed il fragrante schizzotto. Prima di proseguire verso la parte alta del borgo fermiamoci ad osservare alcune case costruite tra il XIII e il XVI secolo dalle famiglie nobiliari padovane e veneziane, in cui la pregevole architettura è messa in risalto dal verde di broli e giardini.

Brodo di Giuggiole
Seguiamo via Jacopo da Arquà, qualche gatto solitario e sornione attraversa le anguste vie, sulle quali i palazzi in cotto ed in pietra bianca si affacciano, facendo a gara nel mostrare il particolare più curioso o più prezioso! Una piccola nicchia incastonata nella facciata di una casa mostra un affresco sbiadito, con una dicitura che lo identifica come l’ospedale della Madonna, costruito nel 1320 come ostello per mendicanti e viaggiatori. Terminata la salita che ci tiene con il fiato sospeso, siamo ripagati del nostro sforzo dall’apparizione, tra giochi di luce colorati, delle arcate della Loggia dei Vicari, in cui un tempo si riunivano i Vicari. Oltrepassiamo l’arco per vedere gli stemmi delle antiche casate ed osservare l’Oratorio di Santa Trinità (già ricordato in alcuni documenti del 1181) dove Francesco Petrarca era solito ritirarsi in preghiera. Oltre l’Oratorio, luogo di eccellenza del Festival Euganeo di musica classica, prendiamo l’affascinante via che porta ai giardini di Monte Castello, in cui troviamo un piacevole parco circondato da uno splendido panorama. Possiamo salire in cima o scendere e rivolgerci verso la preziosa quiete di Piazza San Marco che ospita il singolare edificio municipale e la colonna con il Leone di San Marco eretta nel 1612. Residenze antiche e signorili spuntano tra mura e cancellate testimoniando il passaggio di illustri personaggi che hanno contribuito ad elevare il valore culturale di questo antico borgo, come Casa Callegari e la casa in cui visse Francesco Petrarca, accolta tra due giardini, in una malinconica armonia. Dal 1400 l’abitazione è divenuta un interessante museo, con una mostra permanente, dove è possibile visitare le stanze in cui soggiornò il sommo poeta. Ogni via è un soffio di quiete e bellezza, godiamoci una passeggiata nel centro storico di Arquà Petrarca, tra il saliscendi delle sue vie, animate nella prima e la seconda domenica di ottobre dalla tradizionale Festa delle Giuggiole. Mentre scendiamo via Roma, incontriamo alla nostra destra un sentiero piccolo e caratteristico in gradoni chiamato “ea simia” che ci porta alla Fontana del Petrarca. Questa fonte è precedente alla venuta del Petrarca in Arquà, ma fu sempre cara al poeta tanto che un tempo, sull’arco in pietra di Nanto era inciso un distico in latino che recitava: “un nume abita in questa fonte, o straniero: venera quest’acqua, bevendo la quale il Petrarca poté cantare versi divini”, probabilmente scritto da Antonio Quarenghi.

Piazza-Arquà-Petrarca
Ci sono ancora gli antichi lavatoi ed abbeveratoi in pietra ad ospitare l’acqua fresca della fontana che scorre costeggiando Villa Pisani e ci accompagna al punto di partenza per proseguire nella scoperta delle bellezze naturali che circondano Arquà Petrarca e si offrono come meta ideale per una giornata nel verde.
Il Monte Calbarina, raggiungibile da via degli Ulivi, è perfetto per una camminata poco impegnativa tra boschi e vegri, che ospitano in primavera alcune specie di orchidea selvatica e la rara e protetta ruta patavina. Dalla sua cima abbiamo una splendida visuale del laghetto termale della Costa, formatosi secondo la leggenda sui resti di un antico monastero. La storia racconta che in un tempo remoto dei frati rifiutarono di sfamare e dare asilo ad un povero mendicante, rompendo il loro voto di carità. Solo un frate minore cercò di aiutare il vecchio e fu l’unico così a salvarsi dalla tremenda esplosione che avvenne nel sottosolo e trasformò il monastero in una pozza di acqua calda e fumante comunicante con gli inferi. Il lago della Costa è divenuto nel 2012 patrimonio Unesco come sito palafittico preistorico dell’arco alpino, grazie alla scoperta nelle sue rive di reperti di una comunità vissuta tra il 2800 e il 1500 avanti Cristo. La suggestione di questa terra si incontra anche nelle sue strade secondarie, che si snodano tra pendii di ulivi e vigneti e rendono Arquà Petrarca un delicato scorcio di piacere da scoprire e riscoprire.

Lago della Costa
“Se solo potessi mostrarti il secondo Elicona che per te e per le Muse ho allestito nei Colli Euganei! Penso proprio che di lì non vorresti mai più andartene”
Francesco Petrarca celebra i Colli Euganei in una lettera per l’amico Moggio di Parma, la XLVI delle Variarum.

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