Da visitare : Valsanzibio

Giardino-di-Valsanzibio

Il Giardino del Giubileo,
Per il Giubileo della Misericordia
un Percorso di Purificazione nel
Cuore Pulsante dei Colli Euganei

La maggior parte dei visitatori che entrano nella giocosa attrazione del labirinto dei Giardini di Valsanzibio non coglie la valenza “spirituale” del luogo, il significato recondito in esso contenuto. Eppure proprio questo giardino, considerato tra i giardini più belli d’Europa, e tra i più importanti al mondo, è stato concepito come una “lezione” teologica e catechetica attraverso il linguaggio simbolico e la strepitosa natura dei Colli Euganei. Oserei dire un “racconto” che fa del luogo il cuore pulsante dei Colli stessi!
Ispirato da san Gregorio Barbarigo già vescovo di Padova, cardinale e dichiarato Santo, è stato commissionato dal padre del Santo, appartenente ad una famiglia importante della Repubblica di Venezia.
Il giardino monumentale, creato nel XVII secolo, si trova a Valsanzibio (valle di Sant’Eusebio), dal nome stesso si capisce che questa zona era paludosa, una valle da pesca. Un relitto di questa palude rimane nell’area antistante il padiglione di Diana.
Per ottemperare il voto del padre, fatto per lo scampato pericolo della peste del 1631, Gregorio Barbarigo ha incaricato Luigi Bernini, fratello del più noto Gian Lorenzo, non solo di progettare un giardino monumentale con fontane e monumenti e giochi d’acqua, ma anche che ci fosse un percorso a tappe che partiva dal padiglione di Diana, così che il visitatore si addentrava nel giardino ed entrava in collegamento con metafore e simboli per entrare in contatto con la sfera spirituale, in unione con il Signore. Si tratta così, di un giardino oserei dire “catechetico” ante litteram.
Il visitatore-fedele, dopo aver fatto la Peschiera dei Fiumi, la Peschiera dei Venti (purificazione passiva) arriva alla Fontana della Pila, al centro del giardino, dando inizio alla purificazione attiva.

Giardini di Valsanzibio

Quindi chi fa il percorso indicato, prende in mano la propria situazione di peccatori e si introduce nel Labirinto. Esso non ha lo scopo ludico come molti pensano oggi, bensì ha come scopo principale quello allegorico. Ci si avvia con un carico di peccati, di angosce, confuso per quello che deve affrontare nella vita. Nel Labirinto di bossi secolari, alti mediamente poco meno di 3 metri, ed immerso nel verde ci sono sette trabocchetti, come i sette vizi capitali, sei sono vicoli ciechi, uno è un lupo infinito che è quello della superbia, il vizio capitale più insidioso. Se il fedele-visitatore entra in questi trabocchetti deve pensare al peccato che ha commesso, ritornare sui suoi passi, a capo chino, e chiedere il perdono per riprendere la retta via. Punto d’arrivo è la Torretta rialzata. Qui, purificato dai peccati, dall’alto coglie la risorsa interiore per capire quello che bisogna fare nella vita buona. Successivamente il percorso porta ad un’altra tappa del giardino: nella Grotta dell’eremita a meditare su quello che si è scoperto (conversione). Infine si raggiunge l’Isola dei Conigli, il Monumento al tempo, la Fontana degli scherzi d’acqua o delle insidie, la Scalinata del Sonetto, fino ad arrivare al piazzale delle rivelazioni (davanti alla villa) che è la tappa finale del percorso allegorico di purificazione. Nel Giubileo della Misericordia voluto da Papa Francesco, in questo Anno Santo è bene ricordare che la natura rigogliosa dei Giardini di Valsanzibio sono una buona occasione, se non proprio per soddisfare i precetti della Porta Santa, almeno per un’adeguata preparazione interiore che mette in armonia l’uomo e il creato.

Giubileo della Misericordia

«Una domanda è presente nel cuore di tanti: perché oggi un Giubileo della Misericordia? Semplicemente perché la Chiesa, in questo momento di grandi cambiamenti epocali, è chiamata a offrire più fortemente i segni della presenza e della vicinanza di Dio». Papa Francesco lo ha ricordato durante la pre- sentazione del Giubileo, aperto l’8 dicembre 2015, con conclusione il 20 novembre 2016. «Questo è il tempo della misericordia. È il tempo favorevole per curare le ferite, per non stancarci di incontrare quanti sono in attesa di vedere e toccare con mano i segni della vicinanza di Dio, per offrire a tutti, la via del perdono e della riconciliazione».

L’indulgenza plenaria

Come si ottiene l’indulgenza giubilare? Occorre confessarsi, comunicarsi, pregare secondo le intenzioni del papa e compiere un’opera di misericordia e carità. Papa Francesco indica tra le condizioni per ottenere il dono dell’indulgenza il pellegrinaggio alla Porta Santa delle Basiliche Romane o alla Porta della Misericordia della cattedrale o di un’altra chiesa giubilare. Il pellegrinaggio deve comprendere la celebrazione dei sacramenti della Penitenza e della Eucaristia e la preghiera per il Papa e per le intenzioni che egli porta nel cuore. Tale impegno orante non va disgiunto dall’esercizio generoso delle opere di misericordia, soprattutto a favore dei più deboli

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